Al Calatafimi Segesta Festival rivive il dramma di Aiace
E’ andato in scena il 20 e 21 agosto al Teatro Antico di Segesta, l’Aiace di Sofocle, per la regia di Giovanni Rizzuti e con David Coco nel personaggio di Aiace. Gli altri interpreti sono: Adriano Di Bella, Salvo Disca, Luca Iacono, Edoardo Monteforte, Stefano Onofri, Elia Rizzuti, Alessandro Romano, Franco Sciacca, Chiara Seminara, Bruno Torrisi, Manuela Ventura.
Il Calatafimi Segesta Festival si conferma sempre di alto livello, nella capacità di tenere vivo il rito del teatro antico, portatore di dibattiti etici e filosofici cruciali per l’uomo di tutti i tempi.
La dea Atena apre la scena. Crudele e vendicativa, altera e frivola allo stesso tempo, pronta con i suoi capricci a sconvolgere le sorti degli umani.
L’eroe, già stravolto dalla follia al momento dell’apertura della scena, appare insanguinato e con lo sguardo accecato dal furore dopo aver fatto strage del bestiame acheo, scambiato da Aiace per l’esercito acheo stesso. Il suo furor, indotto da Atena, è dovuto al fatto che i giudici greci, dopo la morte di Achille, avevano deciso di attribuire le gloriose armi del Pelide, ad Ulisse piuttossto che ad Aiace. Fin dalla sua apparizione in scena è intensa e toccante l’interpretazione di Coco.
Il regista, Giovanni Rizzuti, decide coraggiosamente di portare sulla scena, senza veli, il violento suicidio di Aiace. Ricordiamo che nella tragedia greca le morti non avvengono mai sulla scena. Tuttavia, tale scelta si rivela sicuramente funzionale all’azione scenica e al pathos crescente del dramma. Aiace rimane a terra esanime per tutto il resto della piece, coperto da un pietoso mantello.
Il dibattito sulla sua sepoltura, gli ordini perentori degli Atridi e la magistrale arringa di Ulisse, avvengono tutti intorno al cadavere del protagonista. In modo del tutto originale Sofocle non conclude il suo dramma con la morte del protagonista, anzi la rappresentazione va avanti e nel suo svolgimento, in cui si dispiegano le tematiche vive del dramma.
Il personaggio di Ulisse si presenta in tutta la sua modernità come un uomo dall’intelligenza duttile, capace di adattarsi alle circostanze, quasi un sofista ante litteram nella lucidità delle argomentazioni. Mostra di tenere all’ordine politico e al buon senso più che ad una becera ed ottusa ragion di stato e di vendetta propugnata dagli Atridi. E’ l’eroe della diplomazia politica e della dialettica raffinata. Aiace è l’eroe tradizionale del mondo greco arcaico, eroe a tutto tondo, fedele fino alla morte all’aretè (la virtù) dei padri. Incapace di gestire il suo fallimento voluto dal Fato, vede nel suicidio d’onore l’unica possibilità di salvezza e di riscatto. Non pensa alla compagna, né al figlioletto. Non c’è spazio per la vita privata nella tragedia che lo ha improvvisamente travolto. E’ un eroe della Necessità e del Destino.
Il coro, composto dai marinai della flotta e amici fraterni dell’eroe, cerca di placare la follia del protagonista voluta da Atena, e commenta disperato l’accaduto.
Un plauso speciale va sicuramente all’interpretazione di Tecmessa, la concubina di Aiace: intensa ed autentica.
Tutto il resto dell’allestimento si gioca fra le alture collinare e il mare dello sfondo naturale, una scenografia possente che fa da cornice ad una scena spoglia ed essenziale, ma cruenta nello stesso tempo, in cui il colore predominante è il rosso del sangue e della violenza, che si altermna al blu della catarsi finale. Ben riusciti quindi i giochi di luci e di suoni. Incalzante il ritmo narrativo della recitazione. L’autenticità della location restituisce centralità al testo classico e alla parola. Gli attori recitano come sempre si dovrebbe a teatro, senza l’ausilio del microfono, data l’acustica perfetta della cavea.
Il pubblico ha dimostrato ancora una volta interesse e gradimento nei confronti del Calatafimi Segesta Festival, dove ogni appuntamento pone lo spettatore nella condizione di rientrare in contatto con le proprie radici culturali e di riflettere attraverso gli occhi degli antichi sui grandi temi di sempre, sulla natura stessa dell’essere umano, in una parola: su se stesso.
Il programma completo della manifestazione, che si concluderà l’8 settembre, è consultabile sul sito www.calatafimisegestafestival.it.
Giovanna Musso