Antonino Cangemi, Miseria e nobiltà – Vita di aristocratici eccentrici e poveri talentuosi, Navarra Editore, Palermo 2019
Scrittore arguto, autore di saggi, pamphlet umoristici e raccolte di poesia, collaboratore del quotidiano online BlogSicilia, Antonino Cangemi si presenta ai suoi lettori con un altro testo di assoluta gradevolezza, proponendo una galleria di personaggi siciliani distinti in due precise categorie, nobili e popolani. Già questa linea di confine ci introduce nello specifico dell’operazione culturale che l’autore propone e cioè raccontare la cosiddetta “genialità” di alcuni personaggi del teatro della vita, ovvero quelle doti di cui sono stati provvisti dalla natura che, capricciosa e indiscriminata, non sceglie ma attribuisce, lascando poi alla vita e al ruolo sociale a cui si viene destinati a determinare il successo o l’emarginazione. I personaggi di questa Miseria e Nobiltà non possono essere più diversi di come lo scrittore ce li consegna e tuttavia hanno in comune qualcosa che li differenzia dalla generalità. Nella spartizione dei due capitoli di cui si compone il libro il discrimine è lo stato sociale dei protagonisti e il filo rosso quel tanto di follia benigna che li fa “personaggi”, alcuni già noti ai lettori “informati”, altri meno conosciuti come, per esempio, Macalda di Scaletta, cortigiana nella Sicilia dei Vespri, spavalda arrampicatrice disposta a qualunque compromesso per realizzare il suo sogno di nobiltà. Di Franca Florio, la regina della belle epoque siciliana, si è scritto di tutto, eppure nel ricordarne il personaggio Cangemi aggiunge quel qualcosa in più che ne arricchisce la fisionomia; così come fa del poeta Domenico Tempio, ricordandoci che egli, al di là della produzione poetica di carattere porno-erotico, fu anche autore di poesia civile e si schierò sempre dalla parte dei meno fortunati. Di Raimondo Lanza di Trabia, playboy della Roma del secondo Novecento morto tragicamente nel pieno della sua vigoria, del poeta Lucio Piccolo, del principe mago Raniero Alliata i lettori siciliani hanno avuto modo di conoscere le vicende, tuttavia nel riprenderne le figure Antonino Cangemi ne caratterizza ulteriormente la personalità con il suo tratto narrativo ironico e dissacrante.
Se i personaggi “insigni” sono più o meno noti ai lettori, nei “poveri talentuosi”, assieme ad alcuni nomi popolari, scopriamo soggetti poco familiari alla nostra conoscenza e se Petru Fudduni è una leggenda nella cultura popolare siciliana per la facilità con cui improvvisava poesie e rispondeva con i famosi “cuntrasti” alle sfide estemporanee che gli si proponevano, meno conosciamo di altri come per esempio di Tommaso Lipari, soprannominato l’Omu cani. Altro nome rimasto nell’oscurità per qualche tempo è quello di Maria Fuxa, poetessa che a metà del secolo scorso ebbe visibilità nell’ambito della cultura palermitana ma che presto fu dimenticata, tornando da poco nell’agenda letteraria siciliana grazie alle lodevoli iniziative di alcuni addetti ai lavori. Di lei Antonino Cangemi scorre la vicenda esistenziale segnata da un triste destino che l’ha confinata per tutta la vita in un manicomio pur senza essere pazza.
Miseria e Nobiltà è un libro gradevole e ammaliante, che coniuga le due facce dei personaggi raccontati, quella della sfera “alta” della società e quella di estrazione popolare, accomunati dalla grazia del talento ma distanziati dalla sorte umana, e tuttavia “trattati” dallo scrittore con pari interesse, mettendone in luce i segni dell’umanità e della debolezza.
Anna Maria Bonfiglio