Il teatro Biondo a Maredolce
“Francesco e il sultano”, la pièces teatrale che la sera del 23 luglio, nella Corte del Castello di Maredolce, ha letteralmente incantato il pubblico. Una magica performance che ha trasmesso valori di pace, solidarietà, inclusione, tolleranza. Non un testo religioso, bensì laico, un laicismo maturo, partecipato, intelligente. Francesco e il Sultano sono i diversi che si incontrano, culture che si riconoscono nella loro diseguaglianza e si rispettano nel nome di un elemento comune: l’Umanità. Tra storia e leggenda, l’incontro del fraticello di Assisi con il capo del mondo musulmano è oggi, più di allora, emblema di una reale possibilità di conciliazione e integrazione ancor più necessari per vivere in questo nostro tempo variegato e poliforme per un verso, ma puntato alla omologazione dall’altro. . Muovendosi tra passato e presente, le due protagoniste ( splendide) Valeria Khadija Collina, italiana e Mirna Kassis, siriana, hanno intrecciato le loro vicende di vita e hanno portato in scena il dramma delle madri dei combattenti nel nome della religione e quello degli immigrati che scappano dall e guerre e dai bombardamenti. Il tutto coniugato attraverso le armonie della lingua araba e italiana, sapientemente modulate e le straordinarie melodie arabe eseguite da Fabio Mina e che la splendida voce di Mirna Kassis ha reso irresistibili. Il magico contesto, le arcate ogivali delle architetture arabo-normanne, l’antichità delle pietre di Maredolce che ci ospitavano, hanno amplificato la suggestione e moltiplicato le emozioni. A ciò aggiungiamo la misteriosa combinazione che il prof. Nino Russo ha raccontato a fine spettacolo , secondo la quale, esattamente nell’estate del 1019, l’Emiro Giafar lasciava Maredolce abbandonando harem e beni materiali: ieri sera, dopo mille anni esatti, si risentivano gli echi e i suoni di quella cultura araba che tanto ci ha dato.
Angela Balistreri