Per costruire una società migliore necessita una nuova classe dirigente
Lo scenario politico, visibile anche a coloro che non vogliono vedere e ascoltare, offre la possibilità di potere percepire e immaginare, sin da adesso, il futuro della nostra regione se gli attori politici che agitano e determinano tale scenario dovessero essere confermati dal voto popolare del prossimo 5 novembre.
L’attuale scenario politico ha radici lontane, originato, a parere di chi scrive, nel momento in cui la Porta di Brandeburgo fu aperta dalla pressione di un popolo, quello tedesco dell’Est, che amava uscire dall’influenza sovietica ed era amante della libertà, di quella libertà, imprenscindibile alla nostra condizione di umano e senza la quale faremmo notevole fatica a vivere.
La caduta del muro di Berlino ha segnato uno spartiacque nella storia di tutti noi; da quel momento si produsse un profondo cambiamento nello scacchiere politico, economico e sociale e l’attuale scenario politico, che ne è discendente diretto, ha consolidato e arricchito, nel tempo, le proprie forze, subendo una ulteriore complessa e particolare metamorfosi con tangentopoli.
Quali le caratteristiche strutturali dell’attuale scenario politico? Allo stato odierno appaiono essere la paralisi, il veto, le unioni di comodo fra i partiti che hanno solo in comune l’idea della presa del potere fine a se stessa più che la programmazione e la costruzione di una società migliore.
È come se, crollate le ideologie, venissero meno anche le idee. Idee anche di natura pratica, un esempio tra gli altri, organizzare al meglio i servizi da offrire alla comunità utilizzando le risorse, umane ed economiche, attualmente disponibili. Nella nostra regione, in particolare, di idee che indirizzerebbero la stessa verso una migliore vivibilità non se ne esprimono, ormai, da tempo immemorabile e c’è da chiedersi se tutto ciò era prevedibile.
La risposta non è assolutamente trascurabile se arrivassimo alla conclusione che la politica del dilettantismo allo sbaraglio, soppiantando la politica come professione ma anche del malaffare, non salvò nulla della prima, comprese quelle scuole di formazione politica che adesso più che mai appaiono necessarie per avvicinare i giovani ad essa.
Cosa insegnare ai giovani se non che la politica, quella con la P maiuscola, non è un utilizzo di risorse largamente disponibili per fini personali o per coloro che gravitano intorno al politicante di turno, bensì utilizzo di risorse per favorire lo sviluppo e il continuo miglioramento della qualità di vita di tutti i componenti di una comunità.
E invece, grazie proprio a coloro che hanno assunto e che continuano ad assumere comportamenti eticamente riprovevoli nell’ambito della società politica, il concetto di partecipazione, oggi, è stato indebitamente slegato da quello di attività politica; tutto ciò si è tramutato in un vantaggio proprio per gli attori che hanno determinato tali condizioni, favorendo, al contempo, un sentimento di rifiuto all’attività partecipativa nelle nuove generazioni.
Il Movimento dei Siciliani Liberi, sin dalla sua nascita, ha fatto partire un appello forte a tutti coloro che intendono contribuire a creare originali occasioni d’incontro, impulsi, sfide per un aggiornamento della cultura politica siciliana, per la formazione e la piena affermazione di una classe dirigente necessaria per la rinascita di un’intera comunità che non si identifica più con la classe politica attuale ovvero che stenta a ritrovarsi al suo interno.
Noi, del Movimento dei Siciliani Liberi, siamo convinti che senza una rielaborazione seria di quello a cui abbiamo assistito e che continuamente è sotto gli occhi di tutti, dal punto di vista politico nella nostra regione, non saremo in grado di costruire nessun futuro.
Abbiamo la consapevolezza che nessun rinnovamento dei sistemi di pensiero e nessuna rifondazione del sistema politico possono partire da un annullamento totale di ciò che attualmente è, ma che tutto passi, dalla inevitabile soluzione dei problemi, strumentalmente non risolti, che affliggono il nostro tessuto socio-economico in ogni sua sfaccettatura, offendo al popolo siciliano serenità, possibilità di sviluppo e affrancamento da logiche politiche ricattatorie tipiche di altre compagini politiche che non ci appartengono ossia inventare un problema per poi risolverlo ricevendo qualcosa in cambio in termini di consenso.
Ecco le motivazioni che hanno spinto il Movimento dei Siciliani Liberi a proporre un programma politico (consultabile su www.sicilianiliberi.org), l’unico attualmente esistente per le prossime elezioni regionali, che altre compagini politiche tendono a scopiazzare, che possa dare alla nostra regione la possibilità di risorgere.
Noi, del Movimento dei Siciliani Liberi siamo ottimisti della nostra ragione e ci consola il fatto che prima o poi, meglio prima che poi, la nostra terra uscirà dalla gabbia in cui sembra imprigionata e a guidarla possano esserci politici in grado di indicare non solo soluzioni percorribili, ma che amino, abbiano a cuore le sorti della nostra comunità regionale ed, ancora, il futuro delle generazioni che verranno affinché queste non abbandonino un territorio che non ha nulla da invidiare a nessun altro.
Per realizzare ciò, necessita l’aiuto e il sostegno del popolo siciliano.
Michele D’Amico