Fase 2, si riparte
Si riparte il 4 maggio, con le prime libertà che si dovrebbero riacquistare. Con il nuovo Dpcm resterà l’obbligo dell’autocertificazione per gli spostamenti, ma sarà diversa perché dovrebbe scomparire solo per chi rimane all’interno dello stesso Comune. Saranno obbligatorie le mascherine ma solo nei luoghi chiusi.
Sì agli incontri con i familiari più stretti (anche anziani, ma indossando la mascherina) e sì potrà riprendere l’attività motoria, non più solo nei pressi della propria abitazione, sempre individualmente o comunque a distanza di almeno un metro, con la sola eccezione di persone conviventi nella stessa casa. Sì anche all’attività motoria con i figli o alle passeggiate con persone non autosufficienti.
Possibilità di rientro nel luogo di domicilio o residenza per chi è rimasto bloccato dal lockdown nelle città in cui studia o lavora. Dal 4 maggio dovrebbero essere riaperti anche i parchi, sebbene resti il divieto imperativo di assembramento.
L’orientamento è dunque quello di permettere che all’aperto possa stare vicino un numero molto limitato di persone, come i componenti di una famiglia.
Sarà possibile tornare a celebrare i funerali, ma soltanto alla presenza dei familiari più stretti (non più di 15 persone) ma per riprendere le messe bisognerà aspettare ancora.
La riapertura dei negozi è prevista per il 18 maggio.
In attesa della riapertura di bar e ristoranti viene confermata, a partire dal 4 maggio, la possibilità di fare ristorazione con le modalità di vendita da asporto oltre che di domicilio.
Ripartono le attività produttive. Si comincia con il comparto manufatturiero, edilizia e cantieri, commercio all’ingrosso. Per il commercio al dettaglio bisognerà attendere ancora una o due settimane.
Con la cabina di regia tra governo ed enti locali verrà definita la Fase 2, sulla base delle indicazioni della task force guidata da Vittorio Colao, che prevede una graduale riapertura di fabbriche e negozi con disposizioni che garantiscano la sicurezza.
Lunedì 27 aprile riparte in tutta Italia anche l’edilizia pubblica. Il nuovo protocollo per i cantieri, firmato al ministero delle Infrastrutture, prevede una serie di precauzioni, come la quotidiana misurazione della temperatura, l’accesso contingentato agli spazi comuni, la distanza di un metro tra le persone.
Dall’11 maggio potranno riaprire i negozi di abbigliamento, scarpe e altri generi non di prima necessità, a patto di aver già raggiunto le condizioni di sicurezza. Inoltre chi vende vestiti dovrà occuparsi della sanificazione dei camerini e anche gli abiti che saranno provati dovranno poi essere sanificati. Ecco perché bisognerà prevedere dei sistemi di sterilizzazione particolari che possano garantire la massima igiene di locali e prodotti.
In attesa della riapertura di bar e ristoranti, ma anche di centri estetici e parrucchieri, annunciati dal premier Conte per l’1 giugno, viene confermata, a partire dal 4 maggio, la possibilità di fare ristorazione con le modalità di vendita da asporto oltre che di domicilio. Il consumo non deve avvenire all’interno del locale, né al suo esterno devono formarsi assembramenti in cui non si rispetta la distanza fra le persone. “Si dovrà entrare uno alla volta – ha spiegato Conte -, rispettando la fila, le distanze, con i dispositivi di protezione”.
Per i parrucchieri bisognerà garantire il rapporto di un lavoratore e un cliente (dunque si procederà solo su appuntamento), sterilizzare gli strumenti di lavoro e rendere disponibili dispenser contenenti disinfettanti. Obbligatorio effettuare le pulizie due volte al giorno e utilizzare mascherine e guanti.
La Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi ha comunque già stilato un protocollo per garantire la sicurezza: un metro di distanza tra i tavoli, mascherine, sanificazioni dei locali.
Anche i musei dovrebbero tornare ad accogliere i visitatori il 18 maggio.
Ma non è detto che la riapertura avvii una strada tutta in discesa. Il governo sta già studiando un meccanismo d’emergenza da introdurre se, dopo il primo allentamento del lockdown, in alcune aree del Paese tornassero a salire i contagi.