Il Comitato tecnico scientifico dice no all’ultimo giorno in classe
Il Comitato tecnico-scientifico ha bocciato l’ipotesi del ritorno in classe per un ultimo giorno di scuola all’insegna dei saluti, avanzata dalla viceministra dell’Istruzione, Anna Ascani.
Il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, ha spiegato che iniziative del genere non si possono fare perché le scuole non sono attrezzate e non hanno ancora predisposto i piani per regolare gli accessi alle aule scolastiche, agli androni, ai cortili. Il problema non è fare un saluto, ma accedere in condizioni di sicurezza, e questo al momento non è possibile.
Inoltre i ragazzi rivedendosi dopo tanto tempo in un’occasione del genere cercherebbero il contatto fisico, si abbraccerebbero, e questo assembramento non può essere permesso poiché il contagio non è stato debellato e anzi in autunno potrebbe riaccendersi.
Il sindacato Anief – che oggi ha avuto un incontro con il Comitato tecnico scientifico, i rappresentati del ministero dell’Istruzione e i sindacati maggiormente rappresentativi della scuola – ha detto che servono più risorse per una ripresa sicura della scuola a settembre.
Si parla di almeno 9 miliardi necessari per modificare il rapporto alunni-personale docente-Ata alla luce del distanziamento sociale da mantenere, reclutare nuovo personale e recuperare i plessi dismessi. Dallo stesso sindacato è arrivato anche un ‘no’ alla didattica alternata a quella in presenza o alla riduzione a 45 minuti delle lezioni.
Anche l’Associazione nazionale presidi con il presidente Antonello Giannelli, nel corso dell’audizione in videoconferenza del Cts, ha reclamato attenzione sulla definizione delle regole e delle misure di sicurezza che “non possono essere lasciate alla decisione delle singole istituzioni scolastiche, prive delle necessarie competenze tecnico-scientifiche – ha sostenuto Giannelli – ma devono essere dettate con chiarezza dal ‘centro’, con la necessaria e preventiva validazione di organi tecnici come il Cts“.