Te l’avevo detto
Genere Drammatico – Italia, 2023, durata 100 minuti. Uscita cinema giovedì 1 febbraio 2024
Roma, durante un’insolita ondata di caldo… in pieno inverno. Gianna vive nell’ossessione di Pupa, la pornostar che non si è fatta scrupolo di fare sesso con i mariti delle altre. Sua figlia Mia, che si mantiene facendo la badante di un’anziana nobildonna e ha un rapporto bulimico col cibo, cerca di far rispettare alla madre l’ordine restrittivo emanato affinché non continui a stalkerizzare Pupa.
Caterina deve convivere con un altro tipo di ordine restrittivo, quello che il suo ex marito ha ottenuto per tenerla lontana dal loro figlio Max, poiché Caterina ha un passato di alcolizzata che cerca di superare grazie agli incontri organizzati in parrocchia da un prete italoamericano. Ma anche padre Bill ha la sua dipendenza, quella della droga, e l’arrivo di sua sorella Fran dagli Stati Uniti per gettare le ceneri della loro madre in un cimitero acattolico farà tornare a galla per entrambi un passato traumatico.
Alla sua seconda prova di regia dopo Magari, Ginevra Elkann racconta una rete di rapporti famigliari disfunzionali, di disturbi alimentari e di ossessioni malsane ambientato nell’ambiente sociale che conosce meglio, quello dell’alta borghesia.
Soprattutto, la regista e sceneggiatrice (con Chiara Barzini e Ilaria Bernardini) affresca un universo fortemente giudicante in cui ognuno deve sentirsi in colpa per qualcosa, e sente il bisogno compulsivo di confessarsi e di espiare. Al centro di tutto c’è un legame materno problematico e distorto, sia fra Gianna e Mila, sia fra Caterina e il piccolo Max, sia fra la defunta madre di Bill e Fran e i suoi figli, che arriveranno a commettere un gesto “sacrilego” (e lui è un sacerdote) sorprendente.
“Perché nessuno vuole che io sia felice?”, lamenta Gianna, e Valeria Bruni Tedeschi si cala in lei con la sua immensa capacità di risultare (volutamente) insopportabile, mentre Pupa, interpretata da Valeria Golino con parti uguali di dolcezza e botulino, si cala da par suo nella peculiarità di una simil Cicciolina. Vedere queste due grandi attrici (e grandi amiche nella vita) incarnare questa rivalità tossica porta echi del leggendario Che fine ha fatto Baby Jane? tanto nel tono grottesco e “camp” quanto nell’alterazione fisica di una delle due protagoniste.
Altrettanto grottesco è lo scenario che circonda tutti i personaggi e che denuncia le conseguenze del riscaldamento globale in modo non dissimile da Siccità e con un analogo approccio, basato più su una vaga premonizione (“te l’avevo detto”) che su una precisa messa a fuoco (perdonate il gioco di parole) del problema. Anche la bellissima fotografia di Vladan Radovic è sfarinata, inquadra un cielo malato e interni polverosi, conduce a perdersi nel buio e nell’indefinito, per non dire nel nulla. “Quanto manca?”, chiederà Max a sua madre, ed è come se volesse sapere quanto manca a quell’Armageddon che la religiosa Gianna auspica per i peccati di Pupa.