Dal 3 giugno via libera agli spostamenti tra regioni, ma con limitazioni
Arriva il decreto che dal 3 giugno consentirà a tutti gli italiani di spostarsi da una regione all’altra. “A partire dal 18 maggio 2020 gli spostamenti all’interno del territorio regionale non sono soggetti ad alcuna limitazione, fatte salve le misure di contenimento più restrittive adottate da specifiche aree del territorio regionale, soggette a particolare aggravamento della situazione epidemiologica”. Fino al 2 giugno, in sostanza, gli spostamenti con qualsiasi mezzo da una regione a un’altra resteranno vietati, salvo che per esigenze lavorative, per motivi di salute o altre urgenze. “Resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”, specifica il testo.
Da lunedì 18 maggio, invece, saranno consentiti liberi spostamenti dentro la regione e non tra regioni.
Restano anche da lunedì i divieti per le persone in quarantena, mentre i sindaci possono decidere se chiudere aree pubbliche o aperte al pubblico in cui non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza tra le persone. Nel decreto è previsto anche il monitoraggio quotidiano, da parte delle Regioni, dell’andamento della situazione epidemiologica. Secondo l’andamento ogni Regione può introdurre misure “ampliative o restrittive” rispetto a quelle previste dal decreto del 25 marzo scorso sul lockdown.
Il nuovo decreto sulla fase 2 prevede che le nuove norme restino in vigore fino al 31 luglio e ribadisce “il divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione o dimora” per chi è positivo al virus. “A decorrere dal 3 giugno – viene inoltre specificato – gli spostamenti sul territorio nazionale possono essere limitati in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente” in quelle aree.
Alle Regioni spetta anche il monitoraggio dell’andamento dell’epidemia e l’invio quotidiano dei dati al ministero della Salute, all’Istituto superiore di sanità e al Comitato tecnico scientifico. Sulla scorta di queste informazioni i governatori potranno “introdurre, anche nell’ambito delle attività economiche e produttive svolte nel territorio regionale, misure derogatorie, ampliative o restrittive”.
agi